Varmo
Un itinerario tra acque, borghi e poesie
Varmo è un luogo celebrato da poeti ed artisti, come il Belloni, Ermes di Colloredo, Ippolito Nievo (ecc.) per i meravigliosi scorci che riesce ad offrire grazie alla vicinanza del Tagliamento e del fiume da cui prende il nome. Le
architetture storiche nel Borgo di Marizza, i monumenti sacri e i reperti delle trincee arricchiscono il territorio e lo rendono unico
Fiume Stella
La natura unica e incontaminata, zone paludose ricche di acquitrini di straordinaria bellezza, e gli splendidi parchi del Castello di Flambruzzo e di Villa Ottelio Savorgnan, ad Ariis, lambiti dalle sue acque, fanno dello Stella un fiume ricco di fascino. Un tempo importante arteria per il trasporto e collegamento tra l’alta e media pianura friulana con il mare, ma anche per le strategie guerresche. Ad oggi uno dei fiume più affascinanti della Regione Friuli Venezia Giulia.
Villa Bartolini-Tammaro
Villa Bartolini-Tammaro è un complesso che include una villa veneta del 1600, definita da alcuni studi dell’Università di Venezia, architettura Palladiana. Le dimensioni dell’edificio possono ospitare alcune centinaia di persone.
Chiesa di Santa Radegonda
La chiesetta di Madrisio, intitolata a Santa Radegonda, è antichissima, d’epoca paleocristiana, e faceva parte di un antico monastero femminile. A seguito dell’alluvione tilaventina del 1492, l’edificio cultuale fu ricostruito attorno al 1535. Ha le stesse caratteristiche delle altre chiese del territorio, orientata e con campaniletto a vela in facciata. Conserva il portale maggiore lapideo con lo stemma degli Ungrispach, proveniente dalle macerie del castello, mentre all’interno si trovano il battistero pilacortiano, gli altari del Tremignon.
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Santa Marizzutta
In aperta campagna, a poca distanza dalla Ferrata (la trafficata strada Udine-Portogruaro), si scorge l’insediamento di Santa Marizzutta con la chiesa di Sant’Anna, circondata da cimitero. L’edificio cultuale, più volte modificato ed aggiornato nel 1768, risale al Sec. XIV, su sedime molto antico, pre-cristiano, forse d’epoca romana. Un tempo, il giorno di Pasquetta, nei prati antistanti la chiesa si svolgeva una festa popolare, con banchetti e danze fino ad ora tarda, molto sentita dalle comunità locali. Singolare anche il voto con la celebrazione della “Messa dei topi” il 27 febbraio.
La chiesetta dell’Assunta
Ai margini dell’abitato di Santa Marizza, stagliata sui campi, c’è la chiesetta cimiteriale dell’Assunta. Un edificio cultuale che gode di fama e citazioni da parte di poeti, scrittori e pittori. Citata già nel 1247, si compone del presbiterio quadrangolare più antico, e dall’aula aggiunta nel Sec. XV, con il caratteristico cornicione sottotetto ad archetti pensili, finestre allungate e campaniletto a vela posto in facciata, irrubostito, e l’aggiunta della sacrestia nel 1682. All’interno presenta il presbiterio con volta a crociera interamente affrescato e recentemente restaurato
La Pieve di S. Lorenzo
La chiesa si San Lorenzo di Varmo è un edificio ottocentesco che insiste su sedime antichissimo, la quarta chiesa ricostruita in sito, e presenta un’architettura neoclassica, con facciata incompiuta del pronao. Dietro all’abside, si erge il caratteristico campanile “veneziano” del 1774. Gli interni ospitano il trittico di Giovanni Antonio de’ Sacchis, una monumentale cornice lignea dorata con tre grandi tele raffiguranti la Madonna con Bambino, i Santi Lorenzo e Giacomo Maggiore e S. Michele Arcangelo con S. Antonio Abate. Infine una pala di Pomponio Amalteo raffigurante la Madonna con Bambino e Santi, la “Trasfigurazione” di Francesco Floreani e il ciclo dei “Sette Dolori di Maria” del lombardo Vincenzo Orelli..
Madrisio: le Trincee
Presso il greto del Tagliamento nei pressi della località Madrisio, grazie a privati, è stato possibile recuperare e valorizzare il più grande residuo di tutta la linea trincerata realizzata nel 1916 lungo gli argini del fiume, in vista di quanto sarebbe avvenuto a fine ottobre del ’17, col passaggio della 3^ Armata, e gli austroungarici impediti in quanto il vecchio ponte viene fatto saltare.
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Il fiume Varmo
Il territorio di Varmo è percorso dall’omonimo fiume di risorgiva: quasi lungo tutto il suo corso si può ammirare una rigogliosa vegetazione che offre un ambiente incontaminato e di particolare bellezza, dove il silenzio è interrotto soltanto dal canto degli uccelli o dallo scorrere dell’acqua in prossimità di qualche salto o di qualche piccola cascata. Mentre si rimane incantati dal gioco delle correnti e dal molle ondeggiare delle alghe e delle piante acquatiche, ritorna alla mente la romantica descrizione che Ippolito Nievo fece di questo fiume: “Nel mezzo di questo territorio da parecchie sorgenti, che forse pigliano vita per sotterranei meati dal vicino Tagliamento, sgorga una vaga riviera la quale chiamano il Varmo, ed è così cara e allegra cosa a vedersi, come silvestre verginetta che non abbia né scienza, né cura della propria leggiadria.”
Madrisio: il ponte
La località di Madrisio è conosciuta ai più per l’imponente ponte, posto sul fiume Tagliamento, che con i suoi 1092 metri di lunghezza collega le due sponde. Nato originariamente ad uso ferroviario per scopi strategico-militari secutrice la ditta Astaldi), inaugurato nel 1956, dopo ecenni di abbandono, questo ponte è divenuto un veloce tracciato viario, detto “Ferrata”.
Mulino di “Ser Giorgio”
Il mulino di Gradiscutta è celebrato già alla fine del ‘600 dal poeta Ermes di Colloredo, e poi grazie a Ippolito Nievo nella novella “Il Varmo” (1856) assieme alla figura fantastica del vecchio mugnaio “Ser Giorgio”. Il mulino è citato del 1806 da Cinzio Frangipane, mentre ne fa una attenta descrizione tecnica il Falcioni nel 1876, in occasione dell’introduzione della nuova “tassa sul Macinato”, evidenziandone anche l’importanza economica. In considerazione dei tanti corsi d’acqua, nel territorio varmese si documentano anche altri mulini oramai scomparsi.